I suffissi deverbali "-zione" e "-sione"

Come formare un sostantivo a partire da un verbo: i nomi d'azione e di risultato (video-lezione di grammatica italiana per stranieri)

In questa lezione di lingua italiana per stranieri spiego i suffissi "zione" e "sione" e la differenza tra i due.

Per far partire il video, cliccaci sopra!

Trascrizione completa del video | English version

Questo sito usa i cookie. Usando il sito, accetti l'uso dei cookie.Ho capito

Trascrizione completa del video

Di seguito trovi il testo del video | Full English transcript

In questo video parlo del suffisso -ZIONE e -SIONE e dei sostantivi deverbali che terminano in -ione.

Questo video è pensato per chi vuole imparare bene l'italiano. Se stai studiando la lingua italiana e vuoi parlare l'italiano come un madrelingua, sei nel posto giusto!

(introduzione del canale)

Ciao a tutti, io sono Luca e in questo video volevo parlare di due suffissi. Ovvero del suffisso ZIONE e del suffisso SIONE.

Questo video è una risposta a una richiesta che mi era stata fatta qualche tempo fa da uno degli iscritti al canale, che mi aveva chiesto, per l'appunto, se potessi parlare dei sostantivi che terminano in "ione".

Penso che questa persona si riferisse ai sostantivi creati con il suffisso "sione" oppure "zione" e non a quei pochi sostantivi che terminano in "ione", come per esempio "scorpione" e altri pochi sostantivi maschili. Tra cui una parolaccia che non ripeterò in questo video perché sono un signore.

Allora, diciamo subito che i suffissi "-ZIONE" e "-SIONE" in realtà sono lo stesso suffisso: in alcuni casi si usa -zione, in altri casi si usa -sione.

Questo dipende dall'origine della parola. Cioè dall'etimologia della parola. Cioè dove in latino c'era la sequenza TIO in italiano abbiamo "-zione". E dove invece in latino c'era la sequenza SIO abbiamo "-sione". Quindi in altre parole queste sono due varianti dello stesso suffisso.

La seconda cosa importante da notare è che i suffissi -zione e -sione danno origine a un sostantivo che è sempre femminile.

Questo suffisso ci permette di ottenere un sostantivo a partire da un verbo. I sostantivi di questo tipo vengono definiti nomi deverbali. Oppure sostantivi deverbali. Perché per l'appunto derivano da un verbo.

Alcuni studiosi definiscono questo tipo di nomi deverbali "nomi d'azione e di risultato". Perché? Perché fondamentalmente questi sostantivi si riferiscono al processo, oppure al risultato, dell'azione indicata dal verbo corrispondente.

Per esempio, se noi uniamo il suffisso -ZIONE al verbo "creare", in particolare al tema del presente, otterremo "creazione". Che cos'è la creazione? Fondamentalmente è il risultato, oppure il processo, dell'azione di creare.

Dal verbo "alterare" otterremo "alterazione".

Dal verbo "cancellare" otterremo "cancellazione".

Dal verbo "eliminare" > "eliminazione". Che cosa significa "eliminazione"? "Eliminazione" indica il risultato oppure il processo dell'azione di eliminare.

Allo stesso modo, la cancellazione è il risultato, oppure il processo, di cancellare.

(schermata iscriviti al canale)

Dal verbo "classificare" otterremo "classificazione".

Dal verbo "simulare" otterremo "simulazione".

Dal verbo "imitare", "imitazione".

Dal verbo "constatare", "constatazione".

Da "produrre", "produzione".

Da "applicare", "applicazione".

Dal verbo "assimilare", otteniamo "assimilazione".

Da "installare", "installazione".

Da "affermare", "affermazione". Cos'è un'affermazione? È il risultato dell'azione espressa dal verbo "affermare". Quindi noi sappiamo che "affermare" vuol dire dire. Un'affermazione è qualcosa che è stato detto.

Allo stesso modo, da "dichiarare" otteniamo "dichiarazione". Cos'è una dichiarazione? È qualcosa che è stato dichiarato.

Come dicevo, a seconda dei casi, il sostantivo si può riferire al processo oppure al risultato dell'azione.

Ecco, come vedete io ho fatto prevalentemente degli esempi con il suffisso -ZIONE, che è la variante sicuramente più comune. Cioè i sostantivi che terminano in -zione sono sicuramente più comuni dei sostantivi che terminano in -sione.

Come vi dicevo, la scelta della variante dipende dall'etimologia della parola. Quindi per avere la certezza bisogna proprio sapere da dove deriva una determinata parola.

All'inizio vi ho detto che se in latino c'era la combinazione TIO, avremo -ZIONE. Mentre invece se c'era la combinazione SIO avremo -SIONE.

Questa regola è evidentemente piuttosto complessa da applicare nella vita reale, perché uno chiaramente non può ricordarsi da dove deriva esattamente una determinata parola.

C'è una regola pratica, probabilmente più comoda da usare, che vale nella maggior parte dei casi. Ovvero: se il verbo ha il participio passato in T, useremo -ZIONE.

Per esempio: "produrre", "prodotto". C'è una T, quindi il suffisso sarà "-zione".

Altro esempio potrebbe essere "creare", "creato". C'è una T, quindi "creazione".

Oppure "affermare", "affermato", > "affermazione".

Questo è probabilmente il motivo per cui -ZIONE è molto più comune. Perché comunque i participi passati in T sono i più comuni.

Se invece il participio passato non è in T, ma è in S, useremo il suffisso "-sione".

Per esempio, mi viene in mente il verbo "illudere". "Illudere" ha il participio passato "illuso". Quindi c'è una S. Quindi "illusione".

Oppure penso al verbo "distendere", "disteso", "distensione".

Penso al verbo "fondere", "fuso (questo è un verbo che ha un participio passato irregolare), "fusione".

Questa regola chiaramente ha delle eccezioni. Per esempio pensiamo ai composti del verbo "torcere", no?! Che hanno il participio passato in "torto". Tecnicamente c'è una T, però in realtà poi abbiamo il sostantivo "contorsione" e così via.

Adesso, probabilmente ci sono anche altre eccezioni, comunque generalmente questa è la regola. I verbi con participio passato in T, che sono i più comuni, richiedono il suffisso zione. I verbi con participio passato di altro tipo richiedono -sione.

La cosa importante da ricordare è che questi sostantivi sono sempre e comunque femminili. Molti stranieri sbagliano, soprattutto quando c'è per esempio una L apostrofata e poi c'è questo sostantivo.

Per esempio, se io ho la frase "l'esclusione", "esclusione" è femminile. Quindi se uso un aggettivo, dovrà essere femminile. Quindi sarà "questa esclusione". Allo stesso modo, se ho "eccezione", sarà "questa eccezione".

Poi il discorso è che la A seguita dalla E viene eliminata, si mette l'apostrofo. Quindi questo può creare confusione. Perché poi nel parlato la gente non dice "questa esclusione", ma dice "quest'esclusione". Però il sostantivo è comunque femminile.

Allo stesso modo, se prendiamo il sostantivo "recensione", dovrò dire: "Ho letto una recensione molto lunga". Come vedete, sostantivo femminile.

Penso che l'errore principale fatto dagli stranieri sia proprio questo, cioè pensare che questi sostantivi siano maschili. In realtà no. Questi sostantivi sono sempre e comunque femminili.

Perché fondamentalmente gli stranieri confondono il suffisso -ONE, che viene usato per creare sostantivi maschili, con il suffisso -ZIONE/-SIONE. Ma sono due suffissi diversi.

Qualche tempo fa avevo fatto un video su un altro suffisso molto importante, il suffsso -ABILE e -IBILE. Ecco, magari qua in alto vi metto il link a questo video. Mi raccomando, se volete imparare bene l'italiano, provate a dare un'occhiata a questo video!

Per ricevere gli aggiornamenti sulle nuove lezioni,
ISCRIVITI al mio canale YouTube e attiva le notifiche!

Il mio canale è: Learn Italian with Luca - unlearningitalian.

Sul mio canale puoi trovare quasi 400 lezioni gratuite di italiano.

Di solito pubblico una o due nuove lezioni a settimana.