Non ti ci facevo!

Cosa significa l'espressione idiomatica "Non ti ci facevo" (videolezione di italiano avanzato C1/C2)

In questa lezione di lingua italiana per stranieri spiego il modo di dire "non ti ci facevo" facendo alcuni esempi concreti.

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Di seguito trovi il testo del video | Full English transcript

Salve gente, io sono Luca e questo splendido video è pensato per le persone che stanno imparando l'italiano come lingua straniera.

Più nello specifico, questo video è pensato per quelle persone che sono già in grado di capire l'italiano fluente, ma vogliono comunque migliorare il proprio italiano.

In particolare faccio questo video per rispondere a una richiesta di uno degli iscritti al canale, che mi aveva chiesto se potessi spiegare il modo di dire NON TI CI FACEVO! "Non ti ci facevo". Punto esclamativo.

Questa persona mi diceva che trovava questo modo di dire particolarmente difficile. Ed effettivamente è così. Perché è un modo di dire piuttosto contorto.

Vi dico subito che questo modo di dire non mi piace molto, ma comunque cercherò di spiegarvelo. Voi potreste dire: "E allora, se non ti piace, perché ce lo spieghi?!" Va be', ve lo spiego perché questa persona mi ha chiesto di spiegare questo modo di dire e allora lo spiegherò. Non è che spiego soltanto quello che mi piace.

Allora, per spiegare questo modo di dire io farei un passo, anzi 2 passi, indietro. E parlerei di un modo di dire più generale che viene costruito usando il verbo "fare" all'imperfetto, un pronome personale e un aggettivo, o qualcosa che viene usato come aggettivo.

Quindi partiamo dall'esempio più semplice, cioè dalla prima persona singolare. Ho detto che ci serve l'imperfetto del verbo "fare", quindi "facevo". A questo aggiungiamo un pronome.

Quindi avremo. Va be', la prima persona singolare la salto. Avremo: ti facevo, lo facevo, oppure la facevo. La prima persona plurale la salto di nuovo, poi avremo "vi facevo" e "li facevo" oppure "le facevo" al femminile. Le prime persone non le possiamo usare per motivi logici che poi capirete.

Ecco, poi a queste forme possiamo aggiungere, per esempio, "più" e poi un aggettivo. Per esempio, io potrei dire: "Lo facevo più furbo". Oppure: "La facevo più furba". Chiaramente l'aggettivo poi va concordato. Se ho un sostantivo plurale, dirò: "Li facevo più furbi" (punto esclamativo). Perché di solito quest'espressione viene usata in enunciati esclamativi.

Perché? Perché di solito esprime stupore. Cosa significa infatti "Lo facevo più furbo"? Significa: pensavo che fosse più furbo. Quindi, in sostanza, il verbo "fare" viene usato come sinonimo di "considerare".

Quindi la frase "Lo facevo più furbo" equivale alla frase "Pensavo che fosse più furbo". Voi potreste dire: "Va be', ma se si può dire Pensavo che fosse più furbo, perché diciamo Lo facevo più furbo?". Si può dire in entrambi i modi.

Allo stesso modo, se mi riferisco a più persone, posso dire: "Li facevo più furbi". Che vuol dire: pensavo che fossero più furbi.

Al femminile questa frase sarà: "Le facevo più furbe". Che vuol dire? Pensavo che fossero più furbe.

Quindi, di solito, questo modo di dire viene usato per esprimere il proprio stupore. Cioè noi pensavamo una cosa e scopriamo che in realtà le cose non stanno come pensavamo.

Possiamo fare un esempio con un altro aggettivo. Cioè invece di "furbo" possiamo usare l'aggettivo "intelligente". Quindi io posso dire: "Lo facevo più intelligente". Oppure: "La facevo più intelligente". Nel caso di più persone, dirò: "Li facevo più intelligenti". Al femminile: "Le facevo più intelligenti".

Analogamente, io potrei usare, invece del pronome di terza persona, potrei usare il pronome di seconda persona. Seconda persona singolare. E potrei dire, per esempio: "Ti facevo più furbo". Che significa? Pensavo che fossi più furbo. Cioè io avevo quest'idea di te, pensavo che fossi furbo. Poi in realtà ho scoperto che sei meno furbo di quanto io pensassi.

Se invece mi riferisco a un soggetto femminile, posso dire: "Ti facevo più furba". Che significa? Pensavo che fossi più furba. Se i soggetti sono più di uno, posso dire: "Vi facevo più furbi!". Al femminile: "Vi facevo più furbe".

Adesso capite perché posso usare soltanto la seconda e la terza persona. Perché non avrebbe senso usare la prima. Io non posso stupirmi di qualcosa che riguarda me stesso.

Io ho fatto l'esempio con l'imperfetto alla prima persona singolare. Volendo, potrei fare l'esempio con l'imperfetto alla terza persona singolare.

Per esempio, potrei dire: "Marco mi faceva più furbo". Che significa? Marco pensava che io fossi più furbo.

Oppure, altro esempio, potrei dire: "Marco ti faceva più furbo". In questo caso ho usato "ti". Che significa? Marco pensava che tu fossi più furbo. Poi ha scoperto che in realtà sei meno furbo di quanto pensasse.

Volendo, posso usare "faceva" col pronome di terza persona singolare, magari anche col femminile. Così evitiamo di confonderci. E possiamo dire: "Marco la faceva più furba". In questo caso il pronome "la" si riferisce, evidentemente, a un soggetto di sesso femminile. E significa che Marco pensava che questa persona fosse più furba.

Ecco, poi magari qua sotto, nella descrizione del video, vi faccio altri esempi con le altre forme. Perché non posso mettermi a elencare tutte le combinazioni. Però penso che il concetto sia chiaro, no? Il verbo fare all'imperfetto viene usato col significato di considerare, pensare, ecc.

Ecco, io ho fatto l'esempio con la parola "più". Volendo, possiamo usare la parola "così" al posto della parola "più" in una frase negativa. Quindi una frase che inizia con "non".

E possiamo dire una cosa di questo tipo: "Non ti facevo così furbo" (Punto esclamativo). Allora, la logica è la stessa. Semplicemente qui ho scelto di usare una frase negativa e poi ho usato il "così" al posto del "più". Per motivi logici.

Volendo, al posto di "furbo" potrei usare l'aggettivo "intelligente": "Non ti facevo così intelligente!".

Volendo, possiamo confrontare i due modelli di frase. E mettere da un lato "Non ti facevo così intelligente" e dall'altro "Ti facevo più stupido". Ecco, queste due frasi vogliono dire la stessa cosa. Perché in un caso uso l'aggettivo "intelligente", nell'altro uso l'aggettivo "stupido".

Allo stesso modo, io potrei dire "Non la facevo così intelligente!". Che significa? La facevo più stupida.

Insomma, credo che abbiate capito la logica. O meglio, spero che abbiate capito la logica dietro questo modo di dire.

Magari facciamo un ultimo esempio.

Se io ho la frase "Vi facevo più intelligenti", come sarà al negativo? Il negativo sarà: Non vi facevo così stupidi!

Ecco, questo diciamo che è il modo di dire più generale, in cui poi va inserito il modo di dire specifico "Non ti ci facevo!". Qual è la differenza? La differenza è che negli esempi che ho fatto finora c'era un aggettivo. In questo caso c'è il "ci" usato in modo particolare.

Allora, non ha troppo senso cercare di capire cosa significa esattamente il "CI" in questa frase. Questa frase va presa così com'è e va al massimo parafrasata.

Cosa vuol dire "Non ti ci facevo"? Vuol dire: non pensavo che fossi così, non pensavo che fossi in grado di fare una cosa del genere. Non pensavo che fossi una persona di questo tipo. Ovvero, in altre parole: pensavo che fossi diverso oppure diversa.

Quando usiamo questo modo di dire? Lo usiamo quando vogliamo esprimere il nostro stupore, cioè qualcuno fa qualcosa che per noi è inaspettato, noi diciamo: "Ah, però! Non ti ci facevo!". Cioè: non pensavo che fossi una persona di questo tipo. Non pensavo che fossi in grado di fare questa cosa.

Per esempio. Voi avete un amico o un'amica, no? conoscete bene questa persona, vi siete fatti un'idea di questa persona e pensate che questa persona non farebbe mai determinate cose. Poi un giorno questa persona vi dice che invece ha fatto una cosa che voi pensavate non avrebbe mai fatto. Voi le potete rispondere: "Ah, però! Non ti ci facevo!". Che significa? Mi hai sorpreso! Non pensavo che fossi così.

Ecco, questo è quanto. Spero che questa espressione idiomatica vi sia piaciuta.

Se avete dei dubbi, delle domande, mi raccomando, lasciateli qua sotto.

Detto ciò, vi saluto.

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