Il periodo ipotetico

Perché l'approccio tradizionale al periodo ipotetico non è ottimale nel caso dell'italiano per stranieri.

In questo video spiego perché l'approccio delle tre categorie di periodo ipotetico (realtà, possibilità, irrealtà) è particolarmente problematico e come sarebbe meglio insegnare queste costruzioni a chi studia l'italiano come lingua straniera.

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Di seguito trovi il testo del video | Full English transcript

Salve gente, io sono Luca e in questo video volevo parlare di quella struttura mostruosa che prende il nome di periodo ipotetico.

Più nello specifico, volevo spiegare perché secondo me, e sottolineo "secondo me", prima che qualcuno si offenda, parlare di "periodo ipotetico"  è un po' un'assurdità, soprattutto se si cerca di spiegare questa costruzione agli stranieri che studiano l'italiano.

Ho notato che ultimamente va abbastanza di moda parlare del periodo ipotetico. Ho visto che molti canali che di solito pubblicano lezioni di italiano hanno pubblicato recentemente dei video sul periodo ipotetico.

Per lo più ho notato che questi canali tendono a riproporre l'approccio tradizionale al periodo ipotetico. Cioè parlano di periodo di primo grado, di secondo grado, di terzo grado. Oppure periodo ipotetico della realtà, della possibilità, dell'impossibilità.

Ok. Tutto ciò è molto bello ed è come veniva insegnato il periodo ipotetico qualche decennio fa.

In questo video vorrei provare a spiegare perché secondo me un approccio di questo tipo, soprattutto quando si tratta di stranieri, non è ottimale. Anzi, rischia di complicare le cose, cioè di rendere una cosa relativamente semplice mostruosamente difficile.

In altre parole, questo approccio, chiamiamolo l'approccio tradizionale al problema del periodo ipotetico, è il classico esempio in cui una spiegazione grammaticale che dovrebbe aiutare le persone a capire, in realtà complica le cose.

Perché fondamentalmente una cosa semplice viene spiegata facendo riferimento a concetti molto più complessi della cosa che si vorrebbe spiegare.

Cioè, in altre parole, se io devo spiegare una cosa e per spiegarla utilizzo dei concetti che sono più complessi della cosa che voglio spiegare, non è chiaro perché io usi questi concetti.

Voi mi potrete dire: "E vabbe', ma Luca, si è sempre fatto così, quindi vuol dire che bisogna fare così!" Certo, questo può essere un approccio. Io qui vorrei dire il mio punto di vista.

Allora, tanto per incominciare, le persone che spiegano il periodo ipotetico spiegano la parola "ipotetico", ma non spiegano la parola "periodo". Cioè fondamentalmente questi insegnanti danno per scontato che chi guarda questi video sappia che cos'è un periodo.

Allora, il problema è che la parola "periodo" ha un significato comune, corrente, che sappiamo tutti, e poi la parola "periodo" ha un significato tecnico, linguistico, che molte persone probabilmente ignorano.

Ma lo ignorarono non perché queste persone sono cretine, ma perché molto semplicemente non sono linguisti, non hanno studiato la grammatica in modo formale e quindi vedono la parola "periodo" e danno per scontato che si tratti della parola "periodo" come viene usata nel linguaggio corrente.

Quindi, se io dico "Ieri non sono andato all'università, perché stavo male", questo è un periodo. Ci sono due frasi: "ieri non sono andato all'università", "perché stavo male". Queste due frasi formano un periodo.

Quindi perché si chiama periodo ipotetico? Perché fondamentalmente stiamo parlando di una struttura complessa, composta da due frasi o proposizioni. Poi usiamo l'aggettivo "ipotetico" perché qui c'è in gioco il verificarsi di una determinata premessa.

Quindi, se io ho una frase come "Se piove non esco", questo è un periodo ipotetico, perché la parte "non esco" dipende dalla parte "se piove". Cioè se io dico "Se piove, non esco", vuol dire che se piove non esco, ma se non piove verosimilmente esco. Quindi il mio uscire dipende dal fatto che piova o meno.

Allora il punto qual è? Il punto è che molte persone che studiano l'italiano capiscono benissimo la parola "se". E verosimilmente nella loro lingua c'è un equivalente, una parola che funziona grosso modo allo stesso modo.

Quindi, piuttosto che parlare di periodo ipotetico, forse avrebbe più senso parlare molto banalmente di costruzioni con il "se", costruzioni con la parola "se" - che è la cosa che contraddistingue questo tipo di periodi.

È evidente che se io devo spiegare questa cosa a uno straniero, per me e per lui, o per lei, è molto più semplice parlare in termini di costruzioni con la parola "se" che non di periodo ipotetico.

Perché, come dicevo, tanto per incominciare, se dico "periodo ipotetico", in primo luogo devo spiegare cos'è un periodo, in secondo luogo devo spiegare cosa si intende per "ipotetico" in questo caso.

Per complicare ulteriormente le cose, poi, di solito cosa si fa? Si iniziano a introdurre delle sottocategorie di periodo ipotetico. Quindi c'è la categoria generale periodo ipotetico e poi solito vengono indicati tre tipi di periodi ipotetici, anzi, per fare un gioco di parole io direi vengono indicate tre ipotetiche categorie di periodo ipotetico.

Il problema è che queste tre sottocategorie di periodo ipotetico vengono distinte rispetto a un criterio che io definirei filosofico, metafisico, ovvero usando tre parole: realtà, possibilità, impossibilità oppure irrealtà.

Quindi, fondamentalmente, per spiegare tre costruzioni diverse vengono chiamati in causa tre concetti filosofici come realtà, possibilità, irrealtà.

Il problema è che è molto difficile capire cosa si intende per "realtà" nel caso di periodo ipotetico della realtà. Perché una frase come "Se piove prendo l'ombrello", oppure "Se piove non esco" cioè io... - spiegarlo in termini di periodo ipotetico della realtà è difficile

Quello che voglio dire è che, va bene, uno può fare un'analisi di questo tipo, ma questa è un'analisi molto sofisticata, molto complessa, cioè richiede un'astrazione molto superiore rispetto allo spiegare come si usa la costruzione con il "se", quali tempi vanno usati dopo il "se".

Io non voglio dire che la gente è scema e non capisce la differenza tra periodi ipotetico della realtà e della possibilità, voglio dire che queste categorie, questi concetti astratti non sono per niente necessari per spiegare le costruzioni con il "se".

Al contrario, vi dirò di più! Perché poi c'è il secondo tipo di periodo ipotetico che viene definito "della possibilità", che spesso viene usato per indicare cose impossibili.

Per esempio, se io dico: "Se fossi in te, farei questo". Allora in che modo questo periodo è della possibilità? È ovvio che io non posso essere te: io sono io, tu sei tu. Quindi io uso il periodo ipotetico definito della possibilità per indicare una cosa impossibile.

Quindi, al di là di tutto, quello che voglio dire è questo. Evitiamo di complicarci la vita, cioè, se dobbiamo spiegare le costruzioni con il "se", parliamo delle costruzioni con il "se", non tiriamo in ballo, cioè non chiamiamo in causa categorie astratte che non servono a niente.

Perché poi l'unico risultato che si ottiene con queste tre sottocategorie è il seguente. Cioè che lo straniero, lo studente straniero, quando deve usare il "se" va nel panico, non sa assolutamente cosa fare, cosa dire, perché nella sua testa inizia il processo di selezione tra tre varianti, cioè lo studente inizia a pensare ma in questo caso dovrei usare quello della realtà, della possibilità o dell'irrealtà?

Quindi, in sostanza, se io dovessi spiegare queste costruzioni a uno studente straniero, non userei il concetto di periodo ipotetico. Il concetto di periodo ipotetico magari lo posso usare con un bambino italiano, madrelingua italiano che sa già l'italiano e glielo spiego quando è alle elementari.

Chiaramente con uno straniero userei delle spiegazioni più semplici, che hanno un applicazione pratica più diretta.

E quindi, come dicevo, esordirei in questo modo, dicendo: In italiano la parola "se" può essere usata in vari modi. Possiamo ad esempio usarla con il presente indicativo. E poi parlerei di questa costruzione con il "se". E poi direi: "Volendo, invece del presente indicativo, in determinati casi potremmo usare il congiuntivo imperfetto" ecc.

Quindi, per riassumere quello che ho detto, io non voglio dire che sia sbagliato usare il costrutto di periodo ipotetico. Cioè, se uno proprio vuole usarlo, può usarlo. Però veramente è spiegare una cosa ricorrendo a concetti che sono molto più difficili da spiegare rispetto all'argomento in questione.

Anche perché, come dicevo, queste categorie sono piuttosto dubbie ed è dubbio l'uso di parole come realtà, possibilità, ed irrealtà.

Perché poi c'è il rischio di confondere il livello di analisi diciamo grammaticale con quello psicologico, comune. E allora uno dice "Se potessi usare la macchina del tempo..." e allora uno si chiede: "Ma in che modo questo è il periodo della possibilità?"

Certo poi se uno si mette a spiegare  "No, in realtà possibilità in questo caso vuol dire che bla bla bla..." a spiegare tutte le sfumature di come vada interpretata la parola "possibilità" - ok.

Perché fare tutta questa cosa quando in realtà si può esordire dicendo: "Le costruzioni con SE in italiano sono le seguenti".

Ma soprattutto io dico queste cose e ci tengo a dirle, perché mi sembra veramente che al povero straniero che studia l'italiano venga complicata la vita.

Cioè, veramente, invece di spiegare in modo semplice "Queste le costruzioni con il SE", si chiama in causa un concetto filosofico di periodo ipotetico. Si tirano in ballo nozioni complesse che rendono tutto più difficile.

Ecco, questo è quanto! Spero che questo video vi sia stato utile!

Se avete dei commenti, se non siete d'accordo col mio punto di vista, se volete scrivere "No, non è così, non è vero! Il periodo ipotetico è importantissimo! Va spiegato così, è sempre stato fatto così", scrivetelo pure. Questo è il mio punto di vista. Io ho detto come la vedo e non ho nessun problema a leggere anche commenti negativi in tal senso.

Ecco, questo è quanto! Detto ciò, vi saluto!

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